SALVATORE QUASIMODO – S’ode ancora il mare
I poeti dello specchio
SALVATORE QUASIMODO
GIORNO DOPO GIORNO
MONDADORI
1947
Lettura di Luigi Maria Corsanico
Claude Debussy: Elégie
Ernst Ueckermann, piano
immagini: L.M. Corsanico
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Già da più notti s’ode ancora il mare,
lieve, su e giù, lungo le sabbie lisce.
Eco d’una voce chiusa nella mente
che risale dal tempo; ed anche questo
lamento assiduo di gabbiani: forse
d’uccelli delle torri, che l’aprile
sospinge verso la pianura. Già
m’eri vicina tu con quella voce;
ed io vorrei che pure a te venisse,
ora, di me un’eco di memoria,
come quel buio murmure di mare.
Un’eco di memoria
come quel buio murmure di mare.
Per me la poesia é racchiusa in questo finale, tutto il resto é una scenografia al sentimento nostalgico, che affiora e travolge il poeta.
Una poesia di forte intensità che si espande e si effonde nella voce, per giungere nelle profonde corde dell’animo.
Un caro saluto
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Grazie Francesco. Un caro saluto.
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Grazie, sento Quasimodo uno dei miei padri
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Grazie Flavio, un abbraccio!
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“io vorrei che pure a te venisse,
ora, di me un’eco di memoria,
come quel buio murmure di mare.”
Perché a questo è simile mare: alla memoria che risale lungo le sabbie lisce del tempo. e ci permette di ascoltare l’ “eco d’una voce chiusa nella mente”, e coraggiosamente i lamenti dei gabbiani. È un tornare alle proprie primavere quando si aveva accanto la persona amata. E si spera che anche lei, ricordandosi di noi ci venga accanto (ovunque essa sia). E anche tu, carissimo Luigi, con la tua voce fai risalire quelle chiuse nella nostra mente. Grazie!
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❤
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