Celebrazione bicentenario de “L’infinito”
In concomitanza con la lettura collettiva dell’intera poesia de “L’infinito” di Giacomo Leopardi, da parte degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado alle ore 11.30 del 28 maggio.
Giacomo Leopardi
Canti
XII – L’Infinito (Recanati, 1819)
XXVIII – A se stesso (Firenze, settembre 1833)
Lettura di Luigi Maria Corsanico
Jules Massenet, Méditation de Thaïs
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XII
L’Infinito
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.
XXVIII
A se stesso
Or poserai per sempre,
stanco mio cor. Perì l’inganno estremo,
Ch’eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
In noi di cari inganni,
Non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
Palpitasti. Non val cosa nessuna
I moti tuoi, né di sospiri è degna
La terra. Amaro e noia
La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T’acqueta omai. Dispera
L’ultima volta. Al gener nostro il fato
Non donò che il morire. Omai disprezza
Te, la natura, il brutto
Poter che, ascoso, a comun danno impera,
E l’infinita vanità del tutto.
sono tornata ad ascoltarti… sei meraviglioso!
Quel brano di Massenet, poi, così adatto… così struggente… così perfettamente accordato al testo!
Luigi…
Ti adoro!
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Grazie di cuore, carissima Lucia. Ti abbraccio con affetto grande! Luigi
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😘😘😘😘😘😘😘
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😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘 (copione sono… non so come fare con le “faccine”) Grazie!
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