Fernando Pessoa
Poesie
Traduzione di Marcello Comitini
Lettura di Luigi Maria Corsanico
Poesias Inéditas (1919-1930) Lisboa: Ática, 1956
Novas Poesias Inéditas. Lisboa: Ática, 1973
Dmitri Shostakovich
String Quartet No. 8 in C minor, Op. 110
1st movement (Largo)
Borodin String Quartet
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DEUS 3.6.1913
A volte sono il dio che porto in me
E sono anche il dio, il credente e la preghiera
E il simulacro d’avorio
dove quel dio si smemora.
A volte sono solo un ateo
di quel dio che io sono quando mi esalto.
Vedo dentro me un intero cielo
ed è il puro vuoto di un cielo alto.
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22.11.1928
La speranza come un fiammifero ancora acceso,
L’ho lasciata cadere sul pavimento. Si è spenta sul pavimento illeso.
Il fallimento sociale del mio destino
L’ho riconosciuto, come un mendicante in prigione.
Ogni giorno mi trascina con qualcosa da sperare
Qualcosa che nessun giorno potrà dare.
Ogni giorno mi stanca con le sue speranze…
Ma vivere è sperare e stancarsi.
La promessa non sarà mai mantenuta
Perché nel promettere si è compiuto il destino.
Quello che si spera, se la speranza è entusiasmo,
È stato speso sperandolo, ed è già finito.
Quanta rivincita pensi contro il destino
Nemmeno i versi possono esprimerla. E il dado
Rotolato sotto il tavolo, la carta nascosta
Neppure il giocatore stanco li cerca.
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28.12.1928
La pallida luce della mattina d’inverno,
il molo e la ragione
non danno speranza, nemmeno una sola speranza,
al mio cuore.
Quel che deve essere,
sia che io lo desideri o meno.
Nel rumore del molo, nel turbinio del fiume
nella strada che si risveglia
niente più silenzio, nemmeno un nulla
per il mio sperare.
Quel che non deve essere
altrove sarà, se lo pensassi; tutto il resto è sognare.
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19 novembre 1935
Ultimo componimento poetico scritto da Fernando Pessoa undici giorni prima della morte.
Ci sono malattie peggiori delle malattie,
Ci sono dolori che non dolgono, nemmeno nell’anima,
Ma sono più dolorosi degli altri.
Ci sono angustie sognate più reali
Di quelle che la vita ci porta, ci sono sensazioni
Provate solo con l’immaginario
Che sono più nostre della nostra vita.
Ce ne sono così tante che, senza esistere,
esistono, esistono lungamente,
E lungamente sono nostre, siamo noi …
Sopra il verde torbido dell’ampio fiume
Gli archi bianchi dei gabbiani …
Sopra l’anima il volteggiare inutile
Di quel non era, né poteva essere, e questo è tutto.
Dammi più vino, perché la vita non è niente.
L’ha ripubblicato su I MIEI PENSIERI……………………...
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grazie a entrambi
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Grazie a te, Flavio, Buona settimana!
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Davvevo sublime..molto coinvolgente.
Grazie caro Luigi,regali emozioni❤
Un abbraccio!!
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Grazie, Caterina, sei sempre gentilissima, un lungo abbraccio! Luigi
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Magnifico Pessoa, sublime come sempre la tua interpretazione che indubbiamente ne esalta
la bellezza, un caro abbraccio Luigi🙅♀️
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Grazie infinite, Giusy 🙏 Ricambio l’abbraccio!
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