Lettura del 29 marzo 2016
Gesualdo Bufalino
Dedica, molti anni dopo
da “Gesualdo Bufalino, L’amaro miele”
Einaudi Editore, 1982
Lettura di Luigi Maria Corsanico
Luciano Berio – Wasserklavier
La foto di Gesualdo Bufalino è di Giuseppe Leone
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Queste parole di un uomo dal cuore debole,
sorta di macchine o giochi per soffrire di meno,
ad altri uomini dal cuore debole:
coscritti balbuzienti, spretati dagli occhi miopi,
guitti fischiati, collegiali alla gogna,
re in esilio invecchiati a un tavolo di caffè,
che un giorno finalmente un sicario pietoso
aiuta dietro un muro, con un coltello…
Queste parole di un moribondo di provincia
a chiunque abbia scelto di somigliargli,
col viso contro i vetri, fisso a guardare nell’orto
un albero di ciliegio teatralmente morire…
Queste parole scritte senza crederci,
e tuttavia piangendo,
a un me stesso bambino che uccisi o che s’uccise,
ma che talora, una due volte l’anno,
non so come fiocamente rinasce
e torna a recitarsele da solo…
Per poco ancora, per qualche giorno ancora:
finché giunga l’inverno nel suo mantello d’ussaro
e il fuoco le consumi e le consegni alla notte.
Versi tristi ma colpiscono nel profondo, suscitando emozioni . Ciao Luigi. Commento poco anche perchè sarei ripetitiva ma ti seguo.
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Grazie di cuore, cara Lucetta.
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