In Germania al potere c’è Adolf Hitler, nominato cancelliere il 30 gennaio di quell’anno.
Bertolt Brecht
Lode dell’imparare
Lob des Lernens, 1933
Bertolt Brecht
POESIE E CANZONI
A cura di Ruth Leiser e Franco Fortini
1959, Giulio Einaudi Editore
Lettura di Luigi Maria Corsanico
Kurt Weill – Violin Concerto, Op. 12
Netherlands Chamber Orchestra
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Impara quello che è più semplice!
Per quelli il cui tempo è venuto
non è mai troppo tardi!
Impara l’a b c: non basta, ma
imparalo! E non ti venga a noia!
Comincia! Devi sapere tutto, tu!
Tu devi prendere il potere.
Impara, uomo all’ospizio!
Impara, uomo in prigione!
Impara, donna in cucina!
Impara, sessantenne!
Tu devi prendere il potere.
Frequenta la scuola, senzatetto!
Acquista il sapere, tu che hai freddo!
Affamato, afferra il libro: è un’arma.
Tu devi prendere il potere.
Non aver paura di chiedere, compagno!
Non lasciarti influenzare,
verifica tu stesso!
Quello che non sai tu stesso,
non lo saprai.
Controlla il conto,
sei tu che lo devi pagare.
Punta il dito su ogni voce,
chiedi: e questo, perché?
Tu devi prendere il potere.
Bellissima e vera!
Ottima scelta e altrettanto…la lettura 🙂
Buona giornata Luigi e a chi passa sul questo bel blog
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Grazie, Marta, buon proseguimento!
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Brecht esorta e fa bene, fa il suo dovere di uomo retto e colto che guarda in faccia l’uomo e la giustizia.
Eppure oggi noi sappiamo che questa esortazione, pur se ascoltata non può avere grandi effetti se non quelli di spingere il sessantenne, l’uomo in prigione, il vecchio, la casalinga e il povero ad raddrizzare la schiena, a farlo sentire un essere dignitosamente umano, prima che vecchio o casalinga o comunque ingabbiato dentro il proprio status ed etichettato.
Nella scacchiera del mondo che peso può avere questo raddrizzare la schiena? Forse quello di restituire dignità agli “invisibili”e di costituire un piccolo sparuto argine allo strapotere del potente.
È poca cosa, lo sappiamo, ma con le lacrime agli occhi diciamo: è già qualcosa. Altrimenti il silenzio diventa complicità del poeta. Grazie Luigi di questa lettura come sempre centrata sui tempi che viviamo.
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E infatti, carissimo Marcello, noi settantenni continuiamo, pur lacrimando, a proporre cultura, quella altissima, dei grandi pensatori, scrittori, poeti, testimoni del loro tempo, che poi è sempre il nostro.
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E noi quasi settantenni vi siamo tanto grati: siete gli araldi e i messaggeri..

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Grazie di cuore! Una bellissima immagine! Potrei anche staccare la scala…e restare lassù… quasi, quasi…Grazie!
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E’ la prima volta che ascolto Brecht senza restarne intimorita..perchè, vedi, ci son parole proferite con tanta solenne profondità e verità da scombussolare..
Grazie Luigi Maria
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Pubblico qui il commento fatto in privato: “Mi fa molto piacere anche il tuo commento a Brecht, la sua esortazione (in tempi davvero tragici, che oggi non possiamo neppure immaginare) a non arrendersi, ma ad “armarsi” di cultura, unico mezzo per opporsi alla violenza. Grazie!” Grazie ancora!
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In OT
Luigi Maria– e dire che ho altercato via mail per difendere questa piattaforma.
Il mio interlocutore ( Marcello e te lo frequentavate) la asseriva, dopo averne fatto largo uso, frequentata da gente che cerca visibilità e basta.
I giudizi sommari non mi son mai garbati.
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IN OT
ti ho scritto…
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Luigi! Il sito privato!
Ma perché?
Intanto un abbraccio grande grande!
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Grazie per aver accolto l’nvito. Pochi Amici, ma sinceri e Veri! Un abbraccio grandissimo a te, carissima Lucia, la mia prima follower!
Luigi
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Tvb
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❤
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