Cesare Pavese
Mattino [9-18 agosto 1940]
da “Le poesie aggiunte”, in “Lavorare stanca”,
Einaudi, Torino, 1998
Lettura di Luigi Maria Corsanico
Nino Rota, Nadia
La finestra socchiusa contiene un volto
sopra il campo del mare. I capelli vaghi
accompagnano il tenero ritmo del mare.
Non ci sono ricordi su questo viso.
Solo un’ombra fuggevole, come di nube.
L’ombra è umida e dolce come la sabbia
di una cavità intatta, sotto il crepuscolo.
Non ci sono ricordi. Solo un sussurro
che è la voce del mare fatta ricordo.
Nel crepuscolo l’acqua molle dell’alba
che s’imbeve di luce, rischiara il viso.
Ogni giorno è un miracolo senza tempo,
sotto il sole: una luce salsa l’impregna
e un sapore di frutto marino vivo.
Non esiste ricordo su questo viso.
Non esiste parola che lo contenga
o accomuni alle cose passate. Ieri,
dalla breve finestra è svanito come
svanirà tra un istante, senza tristezza
né parole umane, sul campo del mare.
amo Pavese! e tu lo dici davvero bene!
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Grazie infinite!
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Riesci sempre a rinvenire colonne sonore perfette per quello che leggi.
E questo mare che apre e chiude la lirica ha egli stesso un volto, sebbene liquido.
Grazie luigi di questo nuovo dono
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Grazie di cuore, Mariantonietta!
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*Luigi
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Che emozione!
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Grazie infinte, Luisa!
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🌼
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