Charles Bukowski “La morte si fuma i miei sigari” Death is smoking my cigars [from The Last Night of the EarthPoems (1992) traduzione : Christian Raimo e Tiziana Lo Porto Lettura di Luigi Maria Corsanico
Moon Dreams Miles Davis
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Sai com’è: sono qui ubriaco ancora
una volta e ascolto Chajkovskij alla radio.
Gesù, lo sentivo quarantasette anni fa
quando ero uno scrittore morto di fame
ed eccolo qui di nuovo
ora io sono uno scrittore con un po’ di successo
e la morte va su e giù per questa stanza
e si fuma i miei sigari
beve qualche sorso del mio vino
mentre il vecchio Pietro continua a darci dentro
con la sua “Patetica”,
ho fatto un bel pezzo di strada
e se ho avuto fortuna è perché ho tirato bene i dadi:
ho fatto la fame per l’arte, ho fatto la fame per
riuscire a guadagnare cinque dannati minuti, cinque ore,
cinque giorni,
volevo soltanto buttare giù qualche frase,
il successo, il denaro non importavano:
io volevo scrivere
e loro volevano che stessi alla pressa meccanica,
in fabbrica alla catena di montaggio
volevano che facessi il fattorino in un
grande magazzino.
Bè, dice la morte, passandomi accanto,
ti prenderò comunque,
non importa quello che sei stato:
scrittore, tassista, pappone, macellaio,
paracadutista acrobatico, io ti prenderò…
okay, baby, le dico io.
Adesso ci beviamo qualcosa insieme
mentre l’una di notte diventano le due
e lei solo sa quando verrà il momento,
ma oggi sono riuscito a fregarla:
mi sono preso altri cinque dannati minuti
e molto di più.
CHARLES BUKOWSKI – NOSOTROS LOS DINOSAURIOS Dinosauria, we – 13 de febrero de 1991 En: Bukowski, Charles: “Poemas de la última noche de la Tierra” (1992). Traducción y prólogo de Eduardo Moga. Visor Libros. Madrid.
The Last Night of the Earth Poems Charles Bukowski 1992 | 1st Edition Black Sparrow Press, Santa Rosa, 1992
Leído por Luigi Maria Corsanico
György Ligeti Kammerkonzert für 13 Instrumentalisten (1969-70) I: Corrente (Fließend) Ensemble intercontemporain Tito Ceccherini, direction
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Nosotros los dinosaurios
nacidos así para esto sonríen las caras dibujadas con tiza se ríe la Sra. Muerte los ascensores se averían los escenarios políticos se disuelven el mozo del supermercado recibe un título universitario los peces oleosos escupen sus oleosas presas el sol se esconde tras una máscara nacemos así para esto para estas guerras cuidadosamente insensatas para contemplar las ventanas rotas de la fábrica de la vaciedad para los bares donde la gente ya no se habla para las peleas a puñetazos que acaban en tiroteos y cuchilladas nacidos para esto para hospitales tan caros que resulta más barato morirse para abogados que cobran tanto que resulta más barato declararse culpable para un país donde las cárceles están llenas y los manicomios cerrados para un lugar donde las masas elevan a los imbéciles a la categoría de héroes y millonarios nacidos para esto andando y viviendo en esto muriendo por esto enmudecidos por esto castrados corrompidos desheredados por esto engañados por esto utilizados por esto meados por esto enloquecidos y enfermados por esto convertidos en violentos en inhumanos por esto el corazón se ennegrece los dedos apuntan al cuello al arma al cuchillo a la bomba los dedos imploran a un dios que no contesta los dedos apuntan a la botella a la pastilla al polvo nacemos a esta lastimosa devastación nacemos bajo un gobierno que lleva endeudado 60 años y que pronto ni siquiera podrá pagar el interés de esa deuda y los bancos arderán el dinero no servirá para nada se producirán asesinatos por la calle, a la vista de todos, que quedarán impunes habrá armas y revueltas por todas partes la tierra no servirá para nada disminuirá la producción de alimentos el control del poder nuclear estará en muchas manos las explosiones sacudirán sin cesar la Tierra hombres robot afectados por las radiaciones se cazarán unos a otros los ricos y los elegidos lo observarán todo desde plataformas espaciales el Infierno de Dante parecerá un juego de niños comparado con esto no se verá el sol y siempre será de noche los árboles se morirán desaparecerá la vegetación hombres afectados por las radiaciones devorarán la carne de otros hombres afectados por las radiaciones el mar estará contaminado los lagos y ríos se volatilizarán la lluvia será el nuevo oro un viento oscuro esparcirá el hedor de los cuerpos putrefactos de hombres y animales nuevas y espantosas enfermedades asediarán a los últimos y escasos supervivientes y las plataformas espaciales desaparecerán por consunción por el agotamiento de las provisiones por efecto de la decadencia general y entonces reinará el silencio más hermoso que se haya oído nunca con el sol todavía oculto a la espera del siguiente capítulo.
Charles Bukowski – Dinosauria, we 13 febbraio 1991 Le poesie dell’ultima notte della Terra
Traduzioni di Christian Raimo e Tiziana Lo Porto giugno 2004 by Minimum Fax The Last Night of the Earth Poems – Charles Bukowski 1992 | 1st Edition Black Sparrow Press, Santa Rosa, 1992
Lettura di Luigi Maria Corsanico
György Ligeti Kammerkonzert für 13 Instrumentalisten (1969-70) I: Corrente (Fließend) Ensemble intercontemporain Tito Ceccherini, direction
They, all of them, know Burning in Water Drowning in Flame Selected Poems 1955-1973 Traduzione di Vincenzo Mantovani
Caravan, Thelonious Monk plays Duke Ellington
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chiedete ai pittori da marciapiede di Parigi
chiedete al sole su un cane addormentato
chiedete ai tre porcellini
chiedete al giornalaio
chiedete alla musica di Donizetti
chiedete al barbiere
chiedete all’assassino
chiedete all’uomo appoggiato al muro
chiedete al predicatore
chiedete all’ebanista
chiedete al borsaiolo o al prestatore su pegno o al soffiatore
di vetro o al venditore di letame o al dentista
chiedete al rivoluzionario
chiedete all’uomo che ficca la testa nelle fauci di un leone
chiedete all’uomo che sgancerà la prossima bomba atomica
chiedete all’uomo che si crede Cristo
chiedete alla cutrettola che la sera torna al nido
chiedete al guardone
chiedete all’uomo che muore di cancro
chiedete all’uomo che ha bisogno di un bagno
chiedete all’uomo con una gamba sola
chiedete al cieco chiedete all’uomo che parla bleso
chiedete al mangiatore d’oppio
chiedete al chirurgo tremante
chiedete alle foglie sulle quali camminate
chiedete a uno stupratore o al bigliettaio di un tram
o a un vecchio che strappa le erbacce nel giardino
chiedete a una sanguisuga
chiedete a un domatore di pulci
chiedete a un mangiatore di fuoco
chiedete all’uomo più miserabile che riuscite a trovare
nel suo più miserabile momento
chiedete a un maestro di judo
chiedete a un guidatore di elefanti
chiedete a un lebbroso, un ergastolano, un tisico
chiedete a un professore di storia
chiedete all’uomo che non si pulisce mai le unghie
chiedete a un pagliaccio o alla prima faccia
che vedete alla luce del giorno
chiedete a vostro padre
chiedete a vostro figlio e al suo figlio futuro
chiedete a me chiedete a una lampadina bruciata in un
sacchetto di carta
chiedete ai tentati, ai dannati, agli stolti, ai saggi, agli adulatori
chiedete ai costruttori di templi
chiedete agli uomini che non hanno mai portato scarpe
chiedete a Gesù
chiedete alla luna
chiedete alle ombre nel ripostiglio
chiedete alla falena, al monaco, al pazzo
chiedete all’uomo che disegna le vignette del “New Yorker”
chiedete a un pesce rosso
chiedete a una felce che balla il tiptap
chiedete alla carta geografica dell’India
chiedete a un viso gentile
chiedete all’uomo che si nasconde sotto il vostro letto
chiedete all’uomo che odiate di più a questo mondo
chiedete all’uomo che ha bevuto con Dylan Thomas
chiedete all’uomo che ha allacciato i guantoni di Jack Sharkey
chiedete all’uomo dalla faccia triste che beve il caffè
chiedete all’idraulico
chiedete all’uomo che ogni notte sogna gli struzzi
chiedete alla maschera di un baraccone
chiedete al falsario
chiedete all’uomo che dorme in un vicolo
sotto un foglio di carta
chiedete ai conquistatori di nazioni e pianeti
chiedete all’uomo che si è appena tagliato un dito
chiedete a un segnalibro nella bibbia
chiedete all’acqua che sgocciola da un rubinetto mentre
squilla il telefono
chiedete allo spergiuro
chiedete alla vernice blu scuro
chiedete al paracadutista chiedete all’uomo col mal di pancia
chiedete all’occhio divino così mellifluo e lacrimoso
chiedete al ragazzo che indossa calzoni attillati
nell’accademia dispendiosa
chiedete all’uomo che è scivolato nella vasca
chiedete all’uomo azzannato dallo squalo
chiedete a quello che mi ha venduto i guanti spaiati
chiedete a questi e a tutti quelli che ho lasciato fuori
chiedete al fuoco al fuoco al fuoco…
chiedete anche ai bugiardi
chiedete a chi vi pare quando vi pare il giorno che vi pare
che stia piovendo o che sia nevicato
o che stiate uscendo su una veranda gialla di sole caldo
chiedete a questo chiedete a quello
chiedete all’uomo con la cacca d’uccello sui capelli
chiedete al torturatore di animali
chiedete all’uomo che ha visto molte corride in Spagna
chiedete ai proprietari di Cadillac nuove
chiedete alle celebrità
chiedete ai timidi
chiedete agli albini e all’uomo di stato
chiedete ai padroni di casa e ai giocatori di biliardo
chiedete ai cialtroni
chiedete ai sicari prezzolati
chiedete ai calvi e ai ciccioni e agli uomini alti e a quelli bassi
chiedete agli uomini con un occhio solo
e a quelli sempre arrapati e a quelli no
chiedete agli uomini che leggono tutti gli articoli di fondo
chiedete agli uomini che coltivano le rose
chiedete agli uomini che quasi non sentono il dolore
chiedete ai moribondi
chiedete a chi falcia il prato e a chi va alla partita di calcio
chiedete a qualcuno (uno qualsiasi) di questi o a tutti questi
chiedete chiedete chiedete e tutti vi diranno:
UNA MOGLIE BRONTOLONA AFFACCIATA ALLA RINGHIERA
E’ PIU DI QUANTO UN UOMO POSSA SOPPORTARE.
il sole nascosto attenderà il capitolo successivo.
(Bukowski, 1991)
Charles Bukowski – Dinosauria, we 13 febbraio 1991 Le poesie dell’ultima notte della Terra Traduzioni di Christian Raimo e Tiziana Lo Porto giugno 2004 by Minimum Fax The Last Night of the Earth Poems – Charles Bukowski 1992 | 1st Edition Black Sparrow Press, Santa Rosa, 1992
Lettura di Luigi Maria Corsanico
György Ligeti Kammerkonzert für 13 Instrumentalisten (1969-70) I: Corrente (Fließend) Ensemble intercontemporain Tito Ceccherini, direction
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Nati così in mezzo a tutto questo tra facce di gesso che ghignano e la signora Morte che se la ride mentre gli ascensori si rompono mentre gli orizzonti politici si dissolvono mentre il ragazzo della spesa del supermercato ha una laurea mentre i pesci sporchi di petrolio sputano la loro preda oleosa e il sole è mascherato
siamo nati così in mezzo a tutto questo tra queste guerre attentamente matte tra la vista di finestre di fabbrica rotte di vuoto in mezzo a bar dove le persone non si parlano più nelle risse che finiscono tra sparatorie e coltellate siamo nati così in mezzo a tutto questo tra ospedali così costosi che conviene lasciarsi morire tra avvocati talmente esosi che è meglio dichiararsi colpevoli in un Paese dove le galere sono piene e i manicomi chiusi in un posto dove le masse trasformano i cretini in eroi di successo nati in mezzo a tutto questo ci muoviamo e viviamo in tutto ciò a causa di tutto questo moriamo castrati corrotti diseredati per tutto questo ingannati da questo usati da questo pisciati addosso da questo resi pazzi e malati da questo resi violenti resi inumani da questo il cuore è annerito le dita cercano la gola la pistola il coltello la bomba le dita vanno in cerca di un dio insensibile le dita cercano la bottiglia le pillole qualcosa da sniffare siamo nati in questo essere letale triste siamo nati in un governo in debito di 60 anni che presto non potrà nemmeno pagare gli interessi su quel debito e le banche bruceranno il denaro sarà inutile ammazzarsi per strada in pieno giorno non sarà più un crimine resteranno solo pistole e folle di sbandati la terra sarà inutile il cibo diventerà un rendimento decrescente l’energia nucleare finirà in mano alle masse il pianeta sarà scosso da un’esplosione dopo l’altra uomini robot radioattivi si inseguiranno l’un l’altro il ricco e lo scelto staranno a guardare da piattaforme spaziali l’inferno di Dante sarà fatto per somigliare a un parco giochi per bambini il sole sarà invisibile e sarà la notte eterna gli alberi moriranno e tutta la vegetazione morirà uomini radioattivi si nutriranno della carne di uomini radioattivi il mare sarà avvelenato laghi e fiumi spariranno la pioggia sarà il nuovo oro la puzza delle carcasse di uomini e animali si propagherà nel vento oscuro gli ultimi pochi superstiti saranno oppressi da malattie nuove ed orrende e le piattaforme spaziali saranno distrutte dalla collisione il progressivo esaurimento di provviste l’effetto naturale della decadenza generale e il più bel silenzio mai ascoltato nascerà da tutto questo. il sole nascosto attenderà il capitolo successivo.
Charles Bukowski Giorni come rasoi, notti piene di ratti Days like razors, nights full of rats (The Last Night of the Earth Poems)
Traduzione di Christian Raimo
Lettura e pianoforte: Luigi Maria Corsanico
Quando ero molto giovane dividevo equamente il mio tempo tra bar e biblioteche; come poi riuscissi a provvedere agli altri miei normali bisogni resta un mistero; boh, semplicemente non me ne preoccupavo più di tanto – se avevo un libro o qualcosa da bere allora non pensavo troppo a tutto il resto – gli scemi riescono a crearsi un paradiso tutto loro. quando stavo al bar, pensavo di essere un duro, spaccavo le cose, facevo a botte con gli altri, ecc. nelle biblioteche era un’altra storia: me ne stavo zitto, giravo da una sala all’altra, i libri non li leggevo tanto per intero ma a pezzetti: medicina, geologia, letteratura e filosofia. psicologia, matematica, storia, e quelle cose lì mi davano la nausea. e per la musica ero più interessato alla musica vera e propria e alle vite dei compositori che agli aspetti tecnici… comunque, era con i filosofi che sentivo un senso di fratellanza: Schopenhauer e Nietzsche e, anche se era difficile da leggere, pure il vecchio Kant; trovavo che Santayana, che al tempo era parecchio famoso, fosse fiacco e noioso, con Hegel invece ti dovevi fare un vero mazzo, soprattutto se la sera prima avevi bevuto; c’è tanta gente che ho letto e che mi sono scordato, e probabilmente non mi sono perso niente, ma mi ricordo di un tizio che ha scritto un libro intero nel quale dimostrava che la luna non c’è e ci riusciva così bene che alla fine tu pensavi, quest’uomo ha assolutamente ragione, la luna non c’è. come poteva un ragazzo degnarsi di andare a lavorare 8 ore al giorno quando non c’era più nemmeno la luna? cos’altro ti potevano togliere? e non mi piaceva tanto la letteratura quanto piuttosto i critici letterari; erano dei veri cazzoni, quei tizi; usavano un linguaggio raffinato, a suo modo splendido, per dire agli altri critici, agli scrittori, che erano dei rottinculo. mi rincuoravano. ma erano i filosofi che soddisfacevano quel bisogno che si celava da qualche parte nella mia testa confusa: immergendomi nei loro eccessi e nel loro farraginoso vocabolario, spesso mi incantavano saltavano fuori con affermazioni azzardate infiammate che mi sembravano verità assoluta o maledettamente vicine alla verità assoluta, e questo tipo di sicurezza era quello che cercavo per la vita di ogni giorno, che assomigliava molto di più a un pezzo di cartone. quei tizi erano dei grandi, mi hanno fatto sopportare giorni come rasoi e notti piene di ratti; mentre le donne tiravano sul prezzo come banditrici venute dall’inferno. i miei fratelli, i filosofi, loro mi parlavano come nessun altro per strada o in giro aveva fatto mai; riempivano un vuoto immenso. che bravi ragazzi, oh, davvero dei bravi ragazzi! eh sì, le biblioteche sono state utili; ma nel mio altro tempio, nei bar, era un’altra storia, più semplificata, le parole e i comportamenti erano diversi… i giorni in biblioteca, le notti al bar. le notti erano simili, hai qualcuno seduto vicino, e magari non è neanche un tipo cattivo, ma a me non ispira per niente, c’è un’orribile aria di morte lì dentro – penso a mio padre, ai miei professori, alle facce che stanno sulle monete e le banconote, ai sogni popolati da assassini con occhi spenti; be’, in un modo o nell’altro io e questo tizio prendiamo a scambiarci delle occhiate, una rabbia violenta inizia lentamente a montare: siamo nemici, cane e gatto, prete e ateo, acqua e fuoco; la tensione cresce, mattone su mattone, in attesa del crollo; le mani giunte e poi sciolte, beviamo, adesso, finalmente abbiamo uno scopo: si gira verso di me: “amico, c’è qualcosa che non va?” “come no, sei tu”. “e ci vogliamo fare qualche cosa?” “sicuro”. finiamo di bere, ci alziamo, e usciamo sul retro del bar, fuori nel vicolo; ci giriamo e siamo uno di fronte all’altro. io gli dico: “tra noi due non c’è altro che questa distanza: a te ti va di eliminarla?” lui mi si getta addosso e in qualche modo è soltanto una parte della parte della parte.
Una rara copia, firmata e iscritta da quattro persone con legami profondi e personali con l’autore. Primo fra tutti è la poetessa e scultrice Linda King – a cui il libro è stato dedicato e con la quale Bukowski ha condiviso un rapporto prolungato e tumultuoso – sotto la dedica stampata di Bukowski a lei, scrive: “Bukowski ha detto:” Questo dimostra che ti amo davvero. Nessuno dedica due libri a una persona.” Linda King.” Firmato sul frontespizio dall’editore di City Lights Lawrence Ferlinghetti, dal poeta A.D. Winans, e dall’amico e biografo di Bukowski Neeli Cherkovski, che scrive: “Chi ha vissuto alcune di queste storie”.
Charles Bukowski – I gemelli It Catches My Heart in Its Hands Poems 1955-1963 – The twins Lettura di Luigi Maria Corsanico John Coltrane After the rain
Henry Charles “Hank” Bukowski Jr., nato Heinrich Karl Bukowski, noto anche con lo pseudonimo Henry Chinaski, suo alter ego letterario. (Andernach, 16 agosto 1920 – Los Angeles, 9 marzo 1994)
Charles Bukowski – Bluebird The Last Night of the Earth Poems
Interpretazione, pianoforte ed effetti:
Luigi Maria Corsanico
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Nel mio cuore c’è un uccello azzurro
che vuole uscire,
ma con lui sono inflessibile,
gli dico: rimani dentro, non voglio che
nessuno ti veda.
Nel mio cuore c’è un uccello azzurro
che vuole uscire
ma gli verso addosso whisky e aspiro
il fumo delle sigarette
e le puttane e i baristi
e i commessi del droghiere
non sanno che lì dentro c’è lui.
Nel mio cuore c’è un uccello azzurro
che vuole uscire
ma io con lui sono inflessibile,
gli dico: rimani giù, mi vuoi fare
andar fuori di testa?
vuoi mandare all’aria tutto il mio lavoro?
vuoi far saltare le vendite dei miei libri in Europa?
Nel mio cuore c’è un uccello azzurro
che vuole uscire
solo di notte qualche volta
quando dormono tutti.
Gli dico: lo so che ci sei,
non essere triste
poi lo rimetto a posto,
ma lui lì dentro un pochino canta,
mica l’ho fatto davvero morire,
dormiamo insieme così
col nostro patto segreto
ed è così grazioso da far piangere
un uomo, ma io non piango,
e voi?