Mario Luzi – Prima di primavera, ma poco Per il battesimo dei nostri frammenti, Garzanti, 1985
Lettura di Luigi Maria Corsanico
Erik Satie: Gymnopedie No 1 – for flute cello and piano Mate Palhegyi – flute Balazs Kantor – cello Szilvia Elek – piano
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Prima di primavera, ma poco, si diffonde la sua acquosa luminescenza e quel chiaro e quell’alone sui monti, quel trepidare dell’aria, quel vibrare delle immagini di là da quella garza di indicibile festività, schermate e accese da essa, quel fulgore dell’effimero esultante a un tratto di esserlo – vigilia, vigilia incolmabile di nessun avvenimento – c’è non so in quale ricordo, ma c’è detta dall’erba questa nota di non so che perduto monocordio – pensa lei raggiunta in tutte le cellule.
Mario Luzi Non andartene da “Dottrina dell’estremo principiante” Garzanti, Milano, 2004
Lettura di Luigi Maria Corsanico
Samuel Barber – String Quartet in B minor Op. 11 Adagio Dover Quartet
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Non andartene, non lasciare l’eclisse di te nella mia stanza. Chi ti cerca è il sole, non ha pietà della tua assenza il sole, ti trova anche nei luoghi casuali dove sei passata, nei posti che hai lasciato e in quelli dove sei inavvertitamente andata brucia ed equipara al nulla tutta quanta la tua fervida giornata. Eppure è stata, è stata, nessuna ora sua è vanificata.
Mario Luzi – Sulla riva ONORE DEL VERO Neri Pozza Editore Venezia 1957 Lettura di Luigi Maria Corsanico
Robert Schumann, Bunte Blätter, Op.99 Albumblätter I: Ziemlich langsam, sehr gesangvoll Vladimir Ashkenazy
Foto: Mareggiata sul molo Audace,Trieste (dal web)
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I pontili deserti scavalcano le ondate, anche il lupo di mare si fa cupo. Che fai? Aggiungo olio alla lucerna, tengo desta la stanza in cui mi trovo all’oscuro di te e dei tuoi cari.
La brigata dispersa si raccoglie, si conta dopo queste mareggiate. Tu dove sei? ti spero in qualche porto… L’uomo del faro esce con la barca, scruta, perlustra, va verso l’aperto. Il tempo e il mare hanno di queste pause.
Mario Luzi – Di gennaio, di notte MARIO LUZI QUADERNO GOTICO VALLECCHI EDITORE – 1° gennaio 1947
Lettura di Luigi Maria Corsanico
Franz Schubert: Piano Sonata No.20 in A, D.959 – 2. Andantino Alfred Brendel, piano
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Di gennaio, di notte quando lungo le sue vene lo spazio trepida per un vento inesauribile, ravviva negli alberi speranze ancora vane e li sveglia a una vita ancora incerta, troppo remota oltre le cime ed oltre le radici;
nei giorni incerti ai crocevia del tempo nelle ore dopo la passione quando anche il dolore ha fine e l’anima si tiene appena che non frani nel suo vuoto e si chiede stupita più che ansiosa s’è quella l’agonia ch’è in ogni inizio o il termine, il termine di tutto,
e accade che qualcuno per certezza, per afferrarsi a un segno mormori il suo tra il nome dei suoi cari ed è strano come murare lapidi su case per memoria d’un passaggio, d’una sosta nel transitare eterno,
viso di molto amata un tempo che tra pagina e pagina del libro sfogliato senza termine degli anni hai la pace che dà l’essere fiochi e spenti sotto la crudele patina qualcuno soffia nelle tue fattezze, t’eccita, ti richiama al mio tormento quale fosti d’età in età, puerile, puerile sotto nuvole di marzo, giovinetta sgusciata da anni informi tra infanzia e pubertà, donna nel vento. Frattanto siamo divenuti grigi.
Esco, guardo addossato ai muri alti la mia patria ventosa e montuosa, prendo fiato, poi seguo la via crucis.
Mario Luzi Epifania da: Onore del vero (1957) Introduzione di Marcello Comitini
Lettura di Luigi Maria Corsanico
Arvo Pärt – Fratres Gil Shaham, violin Roger Carlsson, percussion Gothenburg Symphony Orchestra Neeme Järvi
Autun, Cattedrale di Saint Lazare, “Il sogno dei Re Magi” Gislebertus, 1130
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[…]
a te che vai
persona semiviva tra due gorghi
tra passato e avvenire giunge al cuore
la freccia dell’anno… e all’improvviso
la fiamma della vita vacilla nella mente.
Luzi,Epifania.
Vedi, io vivo. Di che? Non l’infanzia e neppure il futuro
diminuiscono… Esorbitante esistenza
mi scaturisce dal cuore.
Rilke, Nona Elegia Duinese
Due modi di descrivere il cammino umano, due modi di definire l’epifania, tra dubbi e sofferenze. Ma verso dove? Verso Dio o semplicemente, e nel vuoto, verso la morte? Come i tre Magi, evocati da un Luzi quarantenne, comparsi dal nulla, che dopo aver reso omaggio al bambino Gesù, “tra molto popolo”, svaniscono nel nulla,? O resistono soltanto nel ricordo caparbio della tradizione, “non più tardi di ieri, ancora oggi”? Sono dubbi che ciascun poeta tenta di fugare. Ma Luzi non può fare a meno di evocare la polvere, “una gran polvere”, che attanaglia l’anima. E come lui, noi sentiamo ogni giorno quella polvere alzarsi intorno alla nostra esistenza. E ogni giorno temiamo di non appartenere alla schiera di coloro che tendono “le mani ferme sulla fiamma”. Le nostre mani sono ferme? La nostra anima sa ancora stupirsi? Riusciamo ancora a vedere tra la polvere “i fuochi in lontananza dei bivacchi”? Nessuna risposta può giungerci da loro. Solo il loro grido ci giunge. È anche nostro?
Mario Luzi – Come tu vuoi(1953) Onore del vero Neri Pozza Editore, Venezia, 1957
Lettura di Luigi Maria Corsanico
Luigi Boccherini – Sonata in D Major, III. Grave Karolina Radovani, violin Daniel Nix, bass
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La tramontana screpola le argille, stringe, assoda le terre di lavoro, irrita l’acqua nelle conche; lascia zappe confitte, aratri inerti nel campo. Se qualcuno esce per legna, o si sposta a fatica o si sofferma rattrappito in cappucci e pellegrine, serra i denti. Che regna nella stanza è il silenzio del testimone muto della neve, della pioggia, del fumo, dell’immobilità del mutamento.
Son qui che metto pine sul fuoco, porgo orecchio al fremere dei vetri, non ho calma né ansia. Tu che per lunga promessa vieni ed occupi il posto lasciato dalla sofferenza non disperare o di me o di te fruga nelle adiacenze della casa, cerca i battenti grigi della porta. A poco a poco la misura è colma, a poco a poco, a poco a poco, come tu vuoi, la solitudine trabocca, vieni ed entra, attingi a mani basse.
È un giorno dell’inverno di quest’anno, un giorno, un giorno della nostra vita.
Mario Luzi – Il giudice Nel magma. All’insegna del pesce d’oro Milano, 1963
Lettura di Luigi Maria Corsanico
Erik Satie: Gymnopedie No 1 – for flute cello and piano Mate Palhegyi – flute Balazs Kantor – cello Szilvia Elek – piano
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“Credi che il tuo sia vero amore? Esamina a fondo il tuo passato” insiste lui saettando ben addentro la sua occhiata di presbite tra beffarda e strana. E aspetta. Mentre io guardo lontano ed altro non mi viene in mente che il mare fermo sotto il volo dei gabbiani sfrangiato appena tra gli scogli dell’isola, dove una terra nuda si fa ombra con le sue gobbe o un’altra preparata a semina si fa ombra con le sue zolle e con pochi fili. “Certo, posso aver molto peccato” rispondo infine aggrappandomi a qualcosa, sia pure alle mie colpe, in quella luce di brughiera. “Piangere, piangere dovresti sul tuo amore male inteso” riprende la sua voce con un fischio di raffica sopra quella landa passando alta. L’ascolto e neppure mi domando perchè sia lui e non io di là da questo banco occupato a giudicare i mali del mondo. “Può darsi” replico io mentre già penso ad altro, mentre la via s’accende scaglia a scaglia e qui nel bar il giorno ancora pieno sfolgora in due pupille di giovinetta che si sfila il grembio per le ore di libertà e l’uomo che le ha dato il cambio indossa la gabbana bianca e viene verso di noi con due bicchieri colmi, freschi, da porre uno di qua uno di là sopra il nostro tavolo.
Mario Luzi – Muore ignominiosamente la repubblica Da: «Segmenti del grande patema» una sezione di “Al fuoco della controversia”, Garzanti. 1978
Lettura di Luigi Maria Corsanico
Arnold Schönberg Piano Concerto, op.42 (excerpt) piano, George Hadjinikos Orchestre National de la RTF conductor, Dimitris Chorafas
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Muore ignominiosamente la repubblica. Ignominiosamente la spiano i suoi molti bastardi nei suoi ultimi tormenti. Arrotano ignominiosamente il becco i corvi nella stanza accanto. Ignominiosamente si azzuffano i suoi orfani, si sbranano ignominiosamente tra di loro i suoi sciacalli. Tutto accade ignominiosamente, tutto meno la morte medesima — cerco di farmi intendere dinanzi a non so che tribunale di che sognata equità. E l’udienza è tolta.
So da sempre che vieni Mario Luzi da: Sotto specie umana in: Poesie ultime e ritrovate a cura di Stefano Verdino Garzanti , 2014
Lettura di Luigi Maria Corsanico
Alexander Scriabin Op. 11: Prelude No. 11 in B Major (Allegro assai) Matthieu Idmtal, piano
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So da sempre che vieni pure non ti prevedo mai, m’arrivi, tu, nota, di sorpresa – e che improvviso festosamente si rinnova! Nota, al mio primo tocco sfidi il rosario delle altre, m’inalzi e mi frantumi una cupola di sonorità nel cuore, mi crosci in un diluvio che non cala, monta in alto, vaga oltre i confini del desiderio e del dolore. Però si ricompone mia, non mia, nell’aria una lunga storia umana e la sua eco, entra nella tua luce l’ombra della mortalità e tu la fai e non la fai dimenticare. Si avvolge su se stesso, ascende nelle sue volute il tempo, dove? in voragini si perde, in azzurre e nere eclissi si inabissa per la sua riapparizione dopo, quando tempo non è più ma cosa? d’altro e identico…