ITALO BONASSI
Scrittore, poeta, saggista, giornalista pubblicista,
Presidente del Gruppo Poesia 83 di Rovereto (TN).
IL CORAGGIO DI GRIDARE ©
Lettura di Luigi Maria Corsanico
John Coltrane – I’ll Wait and Pray
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Non restano che le cose che amo
e i nomi che noi gli abbiamo dato
da sempre:
la pentola, il bicchiere,
la scatola delle scarpe e le scarpe,
la corda su cui stendi ad asciugare
la biancheria sul balcone al sole,
resta il muro e il chiodo
che non tiene
più il quadro, perché il buco s’è allargato,
resta il buco, il dado e il controdado,
la vite, il martello e le tenaglie,
e il vaso senza rose.
Ecco, resta
il tavolo e il centrino con sù il vaso,
ma mancano le rose,
e manca il Tempo,
quello ch’è andato e quello da arrivare,
c’è solo quello
– poco, sì, un po’ poco –
d’ora, il Presente, il Tempo d’orologio,
ne vedi le lancette sul quadrante
che corrono implacabili ruotando
a giro pieno attimo su attimo,
ne senti il cadenzato suo ritmare
che pare dica:
Affrèttati, ch’è tardi…
Non resta più che mettersi a aspettare,
come ai miei tempi, sulla pensilina,
e perdere l’autobus o il treno
nell’ora dell’attesa non segnata
da orari né orologi,
resta questo
mio coccio d’anima immortale
che ho avuto non per merito,
ma a caso.
Ma tutto ciò che resta è transitorio,
l’altro, il mancante,
il mazzo con le rose,
il tempo del passato e del futuro,
ciò che non c’è più e ciò che non è stato,
l’autobus e il treno e l’ora non segnata,
resta e resterà, per sempre, eterno.
Ma forse, chi lo sa, quest’illusorio
mondo di cose resta a cadenzare
il tempo del futuro,
resta l’anima
con tutto ciò che ha dentro, il transitorio,
il meno transitorio e l’immortale,
il resto da gettare, col coraggio
di rompere il silenzio
e di gridare.
Italo Bonassi, Il coraggio di gridare ©